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In data 17 novembre u.s. la Senatrice Luciana Sbarbati ha presentato un’interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali per porre attenzione sull’urgenza di un riconoscimento delle associazioni professionali in Italia. Riportiamo di seguito il testo dell’interrogazione:
Interrogazione a risposta orale
Al ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, per conoscere, premesso che:
- è necessario che il governo e il Parlamento recepiscano e attuino i principi comunitari di concorrenza e libera circolazione dei professionisti e delle professioni intellettuali;
- è urgente la regolamentazione delle libere Associazioni professionali, in conformità e per la completa attuazione delle direttive CEE92/51 e 89/48;
- le Associazioni professionali riconosciute non operano in rapporto di esclusiva, ma in regime di piena concorrenza;
- esistono decine di nuove professioni nell'information tecnology, e in altri settori, fra queste i temporary manager, gli esperti di logistica, i project manager, i marketing manager, i consulenti di direzione, ecc.;
- il mondo delle professioni è importante per l’economia moderna. Il lavoro intellettuale è fondamentale per l'impresa; la libera professione resta, comunque, una soluzione alla grave crisi occupazionale che c'è nel nostro paese ed è una prospettiva interessante per moltissimi giovani competitivi;
- i caratteri distintivi della professione ne definiscono il profilo d’identità, mentre i fattori di successo determinano l’entità del valore aggiunto;
- in Italia esistono circa 300.000 lavoratori intellettuali senza ordine professionale; persone che nei paesi anglosassoni vengono definiti 'Knowledge workers' cioè lavoratori della conoscenza (informatici, pubblicitari, ricercatori, designers);
- almeno un terzo di questi lavoratori sono donne e sono iscritti alla gestione separata INPS, pagano il 26% del loro incasso in tasse e hanno una speranza di trattamento pensionistico fra i 500 e i 650 euro mensili;
- alle donne è riconosciuta una maternità di 5 mesi solo a patto che interrompano tutte le collaborazioni;
- questi professionisti, per essere competitivi, necessitano di aggiornamento costante, che devono finanziarsi a proprie spese investendo in formazione e stage;
- da tempo in Italia si dibatte sulla necessità di regolamentare queste professioni, ma non si decide se vanno riconosciute prima le professioni o le loro associazioni;
- questi professionisti, (alcune stime parlano di 3 milioni di persone) non avendo uno status professionale riconosciuto, sono 'invisibili' per le istituzioni e vengono equiparati ai prestatori d'opera, perdendo così la loro qualifica di lavoratori della conoscenza;
se non ritenga:
- urgente il riconoscimento di queste Associazioni professionali, fermo restando che gli associati devono dimostrare - attraverso titoli, percorsi professionali e formativi, ecc. - di avere competenze specifiche e di essere affidabili per l'utenza;
- necessario delegare alle Associazioni professionali i compiti di stimolo e di regolazione della partecipazione alla forma associativa, nell’interesse della comunità professionale e dei consumatori e la verifica dell'alto livello delle prestazioni;
- indispensabile la ricerca di una soluzione che superi l'annosa schermaglia fra ordini professionali e associazioni, che impedisce, di fatto, il recepimento della direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali.
f.to Sen. Luciana Sbarbati
Roma, 17 novembre 2009
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titolo: Riconoscimento delle associazioni
autore/curatore: Tommaso Valleri
fonte: AssoCounseling
data di pubblicazione: 25/11/2009
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