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Nella vita ognuno di noi sperimenta periodi di crisi e trasformazione. Non sempre è facile, nei momenti difficili, attivare efficacemente le proprie capacità e risorse per affrontare con determinazione i problemi professionali e personali che si presentano. Può essere d’auto, in questi casi, ricorrere ad un professionista che sia in grado di ascoltare, dialogare e indirizzare la persona in difficoltà verso il superamento del problema che gli impedisce di vivere con serenità. Il counseling è una tecnica che è nata ufficialmente negli Stati Uniti nel 1942.
Il fondatore di questa “disciplina di aiuto” è lo psicologo Carl Rogers. Il counseling si è poi diffuso anche in altri Paesi, anche in Italia, come strumento di supporto nei servizi di sociali e di orientamento nel volontariato.
Il termine inglese “counseling” deriva dal verbo latino “consulere” che significa “confortare, consolare, venire in aiuto, prendersi cura”. Il counselor è un professionista che sostiene la persona nei momenti di difficoltà momentanea, aiutandola a maturare facendo leva sulle proprie capacità e motivazioni. Attraverso le sedute il counselor lavora insieme al soggetto per circoscrivere il più possibile il problema che lo affligge e che desidera risolvere. In genere bastano fino a dieci colloqui per ottenere qualche risultato.
Le tecniche utilizzate durante il counseling si incentrano sulla persona in quanto tale, che va aiutata a ritrovare la libertà di essere se stessa e di esprimersi liberamente nel mondo esterno. A determinare l’efficacia di questa disciplina è la qualità del rapporto che si instaura tra il soggetto ed il counselor. E’ quindi necessario che tra i due vi sia clima di rispetto reciproco e soprattutto di fiducia. La comunicazione risulta efficace se è sincera e autentica, senza maschere o forzature.
Ascoltare è la qualità fondamentale che il counselor deve possedere, per far sentire l’interlocutore a sua volta libero di aprirsi e svelarsi. Deve trattarsi di un ascolto attivo e attento, che non tralasci alcun particolare né verbale né gestuale del soggetto che si ha davanti. Il counselor non deve interrompere, dare soluzioni o porre domande inopportune, ma deve essere in grado di entrare in empatia con l’altro. Così facendo, sarà facile cogliere gli eventuali conflitti che animano l’individuo ed elaborare insieme nuove modalità di pensiero ed azione più efficaci.
Il counseling si rifà ad un altro tipo di psicoterapia basata sulla comunicazione: la logoterapia. Questa disciplina, fondata dallo psichiatra austriaco Victor Frankl, ha in comune con il counseling il principio secondo cui è necessario trovare all’interno di sé stessi le risorse per affrontare i cambiamenti e le difficoltà.
Altro principio base del counseling è che si può sempre trasformare un avvenimento doloroso in un fatto positivo: basta cambiare l’atteggiamento con il quale si affrontano le situazioni della vita. Anche nelle difficoltà più serie possiamo sperimentare la possibilità di trasformare il dolore in qualcosa di positivo.
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titolo: Momenti di crisi, un aiuto dal counseling
autore/curatore: Cristiana Lenoci
fonte: Informa Consumatore
data di pubblicazione: 14/09/2011
tags: counseling, auto-aiuto, cambiamento, crisi
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