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Siamo alle solite! Nonostante il momento particolarmente delicato per il counseling italiano, momento che dovrebbe vedere l’unità di tutte le sigle associative, qualcuno prova a smarcarsi (e a tirare acqua al proprio mulino) con ricostruzioni quanto meno fantasiose della realtà.
La Società Italiana Armonizzatori Familiari (SIAF) – tanto per cambiare – non perde occasione per disinformare su quanto sta accadendo. E lo fa nel peggiore dei modi ovvero tentando di gettare discredito sulla nostra associazione.
Alcuni nostri associati, infatti, ci hanno inoltrato la newsletter SIAF n° 3 del 30 gennaio 2015 a firma della responsabile amministrativa di SIAF, Imelda Zequiri (scarica la versione integrale della newsletter SIAF), dove possiamo leggere una tale serie di inesattezze, imprecisioni e insinuazioni che non meriterebbero neanche di essere commentate.
Lo facciamo soltanto per rispetto nei confronti dei nostri soci alcuni dei quali, come sovente accade in questi casi, ci chiedono delucidazioni.
In tutto il testo della loro news, pur non menzionando mai AssoCounseling, il riferimento alla nostra associazione è lampante, non fosse altro perché siamo al momento l’unica associazione iscritta negli elenchi del MISE.
Ma analizziamo alcuni passaggi contenuti nella newsletter:
“Si è tenuto a Roma un incontro al quale hanno partecipato quasi tutte le associazioni di categoria professionale del counseling. Tali associazioni si sono coalizzate per contrastare l’atto di notifica del 14 novembre 2014 parte del consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi che ha depositato al tribunale amministrativo del Lazio un ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), contro il ministero della salute e contro un’associazione di categoria professionale per l’annullamento del provvedimento con il quale il MISE ha iscritto detta associazione di counseling negli elenchi delle associazioni professionali non regolamentate di cui alla legge 4/2013”. […] “Molti soci ci stanno chiedendo come mai la SIAF non si è schierata a favore di queste associazioni di categoria per contrastare il provvedimento del CNOP”.
La SIAF sic et simpliciter non è stata invitata a prendere parte all’opposizione verso il ricorso al TAR mosso dal CNOP e pertanto non si sarebbe potuta schierare né a favore né contro. La ragione è semplice: né la nostra associazione né altre coinvolte in questa vicenda approvano il tipo di politica portata avanti da SIAF.
Prosegue la newsletter:
“Ci teniamo a precisare che la SIAF ha ripetute volte tentato di entrare nell’elenco del MISE percorrendo delle vie meno veloci, ma decisamente più sicure, mentre l’associazione di categoria professionale che è stata espulsa ha svolto autonomamente la pratica di inserimento nell’elenco del MISE senza chiedere collaborazione o cooperazione con le altre sigle del settore”.
Tale affermazione è particolarmente grave poiché è tesa ad insinuare che AssoCounseling abbia proceduto a presentare domanda di inserimento attraverso una via “veloce” e dunque “meno sicura”.
Non esistono, presso il MISE, vie più o meno veloci o più o meno sicure. La modalità di richiesta è una e una soltanto, come peraltro si evince facilmente consultando il sito dello stesso Dicastero. Inoltre l’associazione “espulsa” non è stata affatto espulsa (sic!), né tanto meno cancellata o altro, come si può chiaramente evincere entrando nell’elenco delle associazioni presente sul sito del MISE: AssoCounseling compare ancora lì nell’elenco (peraltro quale unica associazione di counseling presente).
È inoltre falso che AssoCounseling non abbia chiesto cooperazione o collaborazione con le altre sigle del settore in fase di stesura della domanda, come falsamente asserito da SIAF. È vero il contrario, giacché la pratica presso il MISE è frutto di collaborazioni con molte altre associazioni (non solo di counseling): in primis quelle aderenti a Federcounseling e poi altre sigle aderenti al CoLAP.
Anche in questo caso giova ricordare che SIAF non fa più parte del CoLAP e non fa parte di Federcounseling e pertanto non è certamente tenuta a sapere cosa avviene all’interno di queste due realtà.
Dunque anche in questo caso vale quanto già espresso in precedenza: il fatto che SIAF non sia stata presente a determinati tavoli di concertazione perché volutamente non invitata, non significa che detti tavoli non vi siano stati.
“Al contrario, per velocizzare la pratica di accreditamento ha omesso di riportare nel proprio statuto nazionale la definizione di counseling. Tale strategia, sebbene ha reso possibile velocizzare il processo di accreditamento, lo ha reso altresì più attaccabile e meno sicuro, infatti è stato mosso ricorso”.
Ci preme far notare anzitutto che non esiste alcuna “pratica di accreditamento” poiché presso il MISE si effettua, semmai, una domanda di inserimento. Inoltre la definizione ufficiale di counseling di AssoCounseling è stata regolarmente depositata presso il MISE unitamente alla domanda stessa. Nello Statuto di AssoCounseling semplicemente la definizione di counseling non è presente e dunque non vi è stata alcuna “omissione”. Facciamo davvero difficoltà a comprendere sulla base di quali nozioni, conoscenze, interpretazioni o altro, SIAF possa ritenere che:
a) la definizione di counseling di un’associazione professionale di categoria debba essere inserita nello Statuto;
b) il fatto che inserirla o meno rappresenti una “strategia” e che questo altresì abbia velocizzato la pratica al MISE.
“A questo punto la SIAF si è trovata danneggiata nel suo legittimo percorso di accreditamento dal precedente già causato ed ha pertanto preferito non schierarsi con le altre associazioni di categoria professionale e contrastare la nota in oggetto poiché ritiene che la collaborazione andava chiesta prima dell'inserimento in modo collegiale per poter ottenere un riconoscimento cumulativo di tutte le associazioni di categoria professionali percorrendo le vie più sicure e meno scivolose”.
Anzitutto ribadiamo che non esiste alcun percorso di accreditamento (certo se SIAF continuerà ad utilizzare questo termine non entrerà mai negli elenchi MISE, poiché il Ministero è estremamente attento alla terminologia utilizzata dalle associazioni…).
Allo stato attuale l’unico “precedente” che esiste, se così lo vogliamo chiamare, è stato l’inserimento di AssoCounseling. Non si capisce dunque in cosa la SIAF si ritenga danneggiata.
Concludendo, ribadiamo dunque che nessuno ha chiesto alcuna collaborazione a SIAF, associazione dalla cui linea politica e professionale ci troviamo molto distanti.
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titolo: SIAF: le bugie hanno le gambe corte (e il naso lungo)
autore/curatore: Tommaso Valleri
fonte: AssoCounseling
data di pubblicazione: 10/02/2015
tags: SIAF, MISE, CNOP, TAR, Legge 4/2013
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