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Counseling Day 2023


 
Anche senza Ordine noi ci siamo (o dell'emendamamento della discordia)Stiamo ancora rallegrandoci per l'approvazione in Senato del DDL 3270 sulle professioni non regolamentate. E vogliamo nuovamente complimentarci con il CoLAP per la tenacia mostrata (anche se già, come speso avviene, sono ora in molti a saltare sul carro dei vincitori, arrogandosi addirittura meriti inesistenti). Tuttavia vale la pena iniziare - in attesa che il Senato trasmetta alla Camera il testo definitivo, così come approvato in aula - alcune riflessioni sulla disposizione di Legge, che avevamo già ampiamente commentato in questo articolo, Una legge per le associazioni professionali.

L'altra notizia del giorno è infatti senza dubbio quella relativa al fatto che il Governo è stato battuto in aula su un emendamento, che chiamerò emendamento della discordia.

La scorsa settimana, infatti, il testo uscito dalla Commissione X del Senato, recava un emendamento a dir poco fantasioso: in sostanza un comma obbligava i professionisti, in tutti i rapporti scritti con i clienti ed i committenti, a specificare che la sua era una professione non organizzata in ordini e collegi.

Ora, al di là della rottura di scatole di doversi ricordare, ogniqualvolta scrivi qualcosa, di accompagnare il testo con la frase sono un professionista afferente ad una professione non organizzata in ordini e collegi (della serie: tanto per semplificare la vita...), appare del tutto evidente chi ci abbia messo lo zampino. Noi non lo diciamo, ma la risposta che state pensando è quella giusta (gli Ordini professionali, ndr).

L'emendamento è infatti arrivato al fotofinish della discussione in Commissione, proprio prima che il testo venisse licenziato per l'aula. Così recitava: Chiunque svolga una delle professioni di cui al comma 2 contraddistingue la sua attività, in ogni documento e rapporto scritto con il cliente, con le seguenti parole: «professione non organizzata in ordini o collegi».

Le associazioni, non appena letto l'emendamento, si sono unanimemente rivoltate. Così si è espresso l'amico Marco Beltrami, Presidente di APCO, il 13 novembre con un comunicato stampa: E' una frase che sembra quasi voler rimarcare una presupposta differenza tra professioni storiche e professioni giovani e innovative quali la consulenza. Con questa scelta sembra si voglia collocare una professione come la consulenza nella “serie B” delle attività professionali. Colpisce, infatti, che in una legge improntata sull'adesione volontaria, solo questa frase 'marchiante' sia imposta come obbligatoria.

Anche AssoCounseling, parimenti, aveva espresso subito parole di preoccupazione per un emendamento dal sapore vagamente punitivo.

Fortutamente - e grazie alla mediazione proprio di APCO - il Senatore Musso (PLI) è riuscito in Aula a presentare un nuovo emendamento, e solo grazie alla libertà di voto lasciati dai capigruppo ai Senatori l'emendamento è passato. Questo il testo approvato dal Senato: Chiunque svolga una delle professioni di cui al comma precedente, contraddistingue la sua attività, in ogni documento e rapporto scritto con il cliente, con l'espresso riferimento, quanto alla discplina applicabile, agli estremi della presente legge.

Singolare, ed in pieno stile italo-politichese, quanto è avvenuto: il primo emendamento viene approvato in Commissione, Governo e relatrice favorevoli. In aula il testo non viene tuttavia blindato e dunque Musso la spunta. Dopo leggiamo dichiarazioni dei Senatori e dei capigruppo che si dicono soddisfatti del testo e che, anzi, l'emendamento Musso è migliorativo (sic!).

Tuttavia vogliamo con questo breve resoconto dire a gran voce agli Ordini tutti, al CUP e ai soliti noti, che siamo orgogliosi di appartenere ad una professione non organizzata in ordini e collegi, perché siamo una delle prime professioni italiane ad essere organizzate secondo criteri moderni, europei e rispettosi dell'utenza, anziché su modelli vetero-corporativi.

Siamo orgogliosi di esserci strutturati sui moderni dettami del modello accreditatorio (come avviene in quasi tutti i paesi del mondo), anziché di quello autorizzatorio, poiché il modello associativo è realmente l'unico in grado di offrire garanzie all'utenza dei professionisti.

Mentre l'Ordine professionale continua in questi giorni a litigare sull'obbligo dell'aggiornamento permanente, noi proprio in queste ore stiamo iniziando a rinnovare i primi Certificati di Competenza Professionale in Counseling in scadenza dopo il primo triennio.

Mentre l'Ordine professionale continua a boicottare in ogni modo l'obbligo di assicurazione, noi abbiamo fatto leva sulla nostra assicurazione in ragione dell'aumento esponenziale dei nostri iscritti, spuntando una bella diminuizione del premio annuale (cosa a dir poco incredibile) coniando lo slogan Tu risparmi, la professione ci guadagna.

E rimaniamo fermamente convinti che la professionalità non la si possa giocare sul terreno dei cavilli e dei commi di un disegno di legge, ma confrontandoci tutti i giorni con i nostri clienti, con le associazioni dei consumatori, con la società civile tutta. Che gli Ordini facciano altrettanto, se ne hanno i mezzi e la forza.

titolo: Anche senza Ordine noi ci siamo (o dell'emendamamento della discordia)
autore/curatore: Tommaso Valleri
fonte: AssoCounseling
data di pubblicazione: 16/11/2012
tags: ddl 3270, riforma professioni, enrico musso, pli, associazioni professionali, cup, ordini professionali, riforma professioni

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