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Lettere, cartelli, sit-in di protesta. Sono gli strumenti con i quali gran parte del mondo delle così dette associazioni non regolamentate e delle professioni emergenti (con l'appoggio dei Radicali) ha fatto sentire la propria voce. Esclusi dal tavolo della riforma del comparto professionale ufficialmente perchè, in quanto autonomi, la competenza non è direttamente del ministero della Giustizia ma dello Sviluppo economico - non ci stanno ad essere tagliati fuori dal riordino.Sono, tra gli altri, tributaristi informatici, consulenti e operatori del terziario avanzato.
“Il Ministro Alfano - ha detto Mario Staderini, Segretario dei Radicali Italiani, promotori del sit-in - deve spiegare come sia possibile fare una riforma delle professioni che metta al centro il cittadino, se a scriverla saranno gli Ordini professionali in contrasto con le norme dell´Unione europea e con le indicazioni dell´Antistrust italiano”.
“Prospettando in maniera antistorica la cancellazione delle liberalizzaioni- ha detto Roberto Falcone (tributaristi Lapet) - il Minisstro della Giustizia imboca una strada alquanto dannosa per il Paese, illudendo i professionisti ordinistici con la chimera di abolire le mal digerite lenzuolate di Bersani.“Rinnoviamo - ha aggiunto Arvedo Marinelli (tributaristi Ancot)- la richiesta di essere ascoltati perchè senza di noi manca una perte significativa del fare professione oggi in Italia”.
Anche il Colap, il Coordinamento delle Libere Associazioni, aveva invitato i propri aderenti a scendere in piazza in sit-in.
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titolo: Associazioni riunite nel sit-in di protesta
autore/curatore: Redazione
fonte: Il Sole 24 ORE
data di pubblicazione: 16/04/2010
tags: riforma, professioni
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